La flessibilità lavorativa è un concetto sempre più presente nel mondo del lavoro.
Ed i giovani nati nel nuovo millennio sono sempre più consapevoli di cosa voglia dire prepararsi al mondo del lavoro.
Hanno già sviluppato, per loro fortuna, la consapevolezza del concetto di flessibilità ed in particolare della flessibilità lavorativa.
Nella loro mente (un pò meno in quella dei propri genitori) hanno individuato le condizioni per avere successo:
- Riuscire ad avere un’idea assolutamente geniale
- Oppure paradossalmente banale da trasformare in un’APP*
- Imparare le lingue
- Studiare e lavorare all’estero
Questo è ovviamente un breve elenco, giusto per fare un esempio, nulla più.
* sembra incredibile ma ogni giorno vengono realizzate App in grado di catturare l’interesse di milioni e milioni di persone!
Sono quelle stesse App che consentono ad alcuni “visionari” di diventare milionari prima dei vent’anni!
Che tu, dunque, sia un giovane senza esperienze lavorative oppure un trentenne o quarantenne già inglobato nel mondo del lavoro:
Il concetto di flessibilità lavorativa riguarda entrambi!
Indice dei contenuti
Flessibilità lavorativa come Soft Skill
Il concetto di flessibilità lavorativa è divenuto talmente comune da rientrare tra le soft skill maggiormente richieste dalle aziende.
Il mito del “posto fisso”.
Ormai sono pochi e sono soprattutto gli over trenta, i nostalgici che vagano in Italia alla ricerca del mito del “posto fisso”.
Quel “posto fisso” narrato dai genitori e… da Checco Zalone 🙂
Da anni, infatti, certe parole generano moti di immediata ilarità, come anche molte altre espressioni d’altri tempi.
Giusto per rinfrescare la memoria ne elenchiamo alcune:
- Lavoro sicuro
- Impiego a tempo indeterminato
- Anzianità ultra ventennale in un’unica azienda
- ecc…ecc..
Quindi, come dicevamo, le difficoltà maggiori vengono avvertite dalle persone adulte.
Quelle che hanno visto o avuto testimonianza da parte dei propri genitori di realtà lavorative ormai assolutamente desuete.
Realtà lavorative semplicemente scomparse, sbiadite… amaramente inattuali.
Il mito social dei giovani
I giovani, invece, nati in quest’epoca, hanno il mito degli YouTubers, di blogger, di influencers…
…insomma di pseudo-famosi pagati per comparire in questo o quel locale!
Inutile girarci attorno, i giovani hanno un’altra percezione.
E ce l’hanno ben chiara in mente, se non addirittura tatuata sulla pelle!
La metodica da applicare:
- Flessibilità
- Adattabilità
- Capacità di sfruttare ogni occasione
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I giovani e la flessibilità lavorativa
Un tempo si guardava con ambizione a titoli quale ingegnere, avvocato, dottore…
Oggi i ragazzi non hanno più come termini di riferimento determinate carriere.
E questo è oggettivamente dipeso da diversi fattori, come:
- La dilagante insoddisfazione di numerose categorie professionali
- Le lungaggini del percorso formativo ormai troppo lungo e senza alcuna garanzia
- L’inserimento in determinati albi (sempre più restrittivi, senza garanzie di effettiva qualità e disponibilità di lavoro)
In Italia, paradossalmente, sono tutti troppo preparati, troppo qualificati, troppo titolati.
Quindi, la spaccatura diventa netta.
I giovani interessati ad una carriera sanno già che dovranno adattarsi ai nuovi standard di lavoro basati su:
- Flessibilità geografica
- E competitività a livello mondiale
Sanno che se ciò che vogliono ottenere non è presente in Italia, dovranno andare a raggiungerlo!
Che sia in qualche altro paese europeo o, addirittura, in un altro continente.
La flessibilità lavorativa nei trentenni e quarantenni
Purtroppo i giovani in questo caso sono un esempio da seguire.
Non hanno contaminazioni, questa è la loro fortuna, se così possiamo chiamarla.
Di conseguenza, impongono questa mentalità ai trentenni e quarantenni che con difficoltà devono acquisirla.
Meglio scordare l’utopistico traguardo del posto per la vita, dello stipendio garantito, della tredicesima e quattordicesima.
Il tutto ovviamente a due passi da casa.
L’obiettivo per chi vuole intraprendere una scalata professionale è ora saper essere flessibili e pronti al cambiamento.
Le nuove parole chiave per trovare o cambiare lavoro sono:
- Flessibilità contrattuale
- Flessibilità geografica
- Mentalità versatile
- Conoscenza delle lingue
Non si deve più ambire al posto di lavoro come traguardo ma come opportunità di continuo mutamento e miglioramento.
Perché devi guardarti sempre attorno
Non devi assolutamente ritenere inusuale, una volta trovata un’occupazione lavorativa, continuare a cercare le migliori aziende a cui inviare il curriculum .
Per esempio aziende che, per mission o standard di lavoro, più si sposino con le tue esigenze.
Sia chiaro, parliamo di ambizioni personali o di contesti lavorativi migliori e più appaganti.
Insomma, rimanere stanziali (soprattutto se vivi un malessere), difficilmente può portarti alcun beneficio!
Cambiare vuol dire arricchire il tuo bagaglio di esperienza, sempre!
Avrai l’opportunità di imparare nuove strategie, nuovi processi.
Diventerai sempre più preparato, capace ed esperto.
Ossia il candidato ideale per qualunque azienda in cerca di forza lavoro!
Mai essere troppo “choosy”
Non sottovalutare posizioni lavorative nell’attesa che si presenti l’occasione perfetta, l’occasione della vita!
E’ la scelta sbagliata o, meglio, la più rischiosa.
Se l’occasione non dovesse presentarsi?
Quanto tempo avresti perso?
La flessibilità lavorativa ed il bagaglio esperienziale
Non credi che “fare esperienza” sia la chiave per costruire un percorso di crescita sano e duraturo?
Se le condizioni lo permettono, sii appunto meno “choosy” e accetta il nostro consiglio:
- Meglio un lavoro part-time che nulla
- Oppure una collaborazione temporanea piuttosto che rimanere in casa
- Accetta una retribuzione non elevata invece che nulla
- Perché no, meglio “nessuno stipendio” in favore di una partecipazione attiva in una start-up con prospettive di crescita!
Insomma, come si suol dire:
Piuttosto che niente, meglio piuttosto
Il successo lavorativo si costruisce passo dopo passo, azienda dopo azienda, paese dopo paese.
Anche se non lautamente ricompensate, saranno tutte esperienze da inserire in un curriculum vitae!
Saranno in grado di far trasparire capacità di intraprendenza e flessibilità.
Vuoi rimanere per anni in attesa del colloquio giusto?
Con la conseguenza di dover indicare nel tuo curriculum lunghi periodi di inattività lavorativa)?
Oppure è meglio cominciare a lavorare e, semmai, continuare a ricercare posizioni migliori?
Essere attivi, propositivi e socievoli in qualunque ambiente di lavoro non può che essere produttivo.
La flessibilità lavorativa, inoltre, aumenta le possibilità di occupazione*
(leggi questo interessante studio condotto dal Senato della Repubblica).
*seppure a scapito di altri fattori, come l’incertezza del reddito percepito e la sua temporaneità
Certo non vogliamo in questa sede trattare argomentazioni ben più complesse ed articolate.
E sappiamo inoltre quanto un lavoro più flessibile risponda meglio alle esigenze delle aziende, in termini di:
- Esigenze di contenimento dei costi
- E di recupero di efficienza
La logica della flessibilità lavorativa è, volenti o nolenti, un elemento che non possiamo non considerare.
Ma in questo contesto, occorre avere un approccio positivo.
Approfittando delle opportunità che dovessero capitare.
E poi… si sa, da cosa nasce cosa!
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